Chiesa di S. Elisabetta

La chiesa di S. Elisabetta di Caspoggio fu costruita in località Pantanaccio tra il 1719 e il 1721 dal parroco Domenico Mazzucchi e da suo fratello Antonio. Alla sua morte, il parroco, lasciò agli eredi l’obbligo della cura della chiesa, nonché quello di versare ogni anno determinate offerte alla chiesa parrocchiale e di far celebrare un certo numero di messe, come in uso a quell’epoca.

Probabilmente sul luogo dove fu costruita la chiesa esisteva già una piccola cappella o forse un capitèl. La cosa si deduce da una data (1624) ritrovata sul muro interno della parete frontale, come si può verificare dall’affresco dell’abside, che riproduce sullo sfondo una cappelletta a ridosso di una stalla. Ciò potrebbe essere senz’altro credibile poiché essendo Pantanaccio molto lontano da Caspoggio, è verosimile che gli abitanti di questa piccola frazione avessero quanto meno eretto, già anticamente, una piccola cappella votiva cui rivolgere preghiere e intenzioni: un riferimento religioso in una contrada così distante dalla chiesa principale.

Non si conosce ancora chi fu il mastro costruttore, ossia l’architetto, anche se in quegli anni in Valmalenco furono erette numerose altre chiese di contrada, come quella di Vassalini, quella di Chiareggio, quella di S. Anna di Torre, quella di S. Giuseppe di Tornadri, quella dell’Immacolata di Moizi, per non dire del santuario di Primolo, per cui sappiamo con certezza che in quegli anni circolavano numerose maestranze, soprattutto di origine ticinese.

La struttura architettonica è piuttosto interessante, sia per la forma pentagonale dell’abside, sia per la facciata con timpano innalzato a frontone sopra la copertura della navata, sia ancora per il campanile con una originale forma a L, piuttosto insolito e forse unico in tutta la provincia. Un porticato eretto negli anni ’60 del secolo scorso ha tuttavia compromesso pesantemente l’architettura originaria.

L’interno è caratterizzato dal bel dipinto affrescato sulla parete dell’abside, raffigurante l’Incontro di Maria ed Elisabetta, riconducibile ai primi del ‘700. Nella prima metà del ‘900 numerosi furono poi gli interventi, sia ex novo, sia di ritocco, effettuati dall’artista malenco Erminio Dioli, nativo di Caspoggio: la pala d’altare, l’ancona lignea, il tabernacolo e il paliotto, rimossi a seguito di un restauro effettuato in questi ultimi anni. Sempre al Dioli si devono i dipinti della volta del presbiterio, come si legge da una scritta ivi apposta: P. ERMINIO DIOLI FU ZEFIRINO DIPINSE IN PARTE EX NOVO E IN PARTE RITOCCO’ LE PITTURE DEL 1720. LI' 1955.

Riferimenti bibliografici

  • Dioli Franco, Caspoggio nel secondo millennio, Sondrio, 2004
  • Agnelli Ugo, Strade, vicoli e sentieri di Caspoggio, Caspoggio, 2008
  • Garbellini Gianluigi – Benetti Aurelio, La chiesa di San Rocco in Caspoggio La parrocchiale Le edicole votive Le chiese filiali, Sondrio, 2013, pp. 126-135