I ritrovamenti

La pietra scolpita dall'acqua.

Il fenomeno delle marmitte dei giganti è riscontrabile in due zone principali della conca di Franscia anche se non è da escludere la loro presenza anche in altre aree limitrofe.

Suggestivo è il percorso che risale il torrente Cormor, dove ancora oggi il fenomeno erosivo è in continua evoluzione e l’attività dell’acqua continua ad esercitare un’azione di disfacimento di tipo fisico, chimico ma soprattutto meccanico della roccia. In più punti è possibile deviare direttamente nell’alveo per osservare le diverse forme rocciose arrotondate e levigate dei processi millenari di modellazione geologica. Si tratta di forme di ogni foggia e dimensione tra cui alcune marmitte dei giganti, perfettamente cilindriche create dal mulinare vorticoso di detriti con l’acqua di fusione dei ghiacciai.

Altrettanto affascinante è l’affioramento riscoperto da pochi anni nei pressi della chiesetta di Santa Barbara, su un’altura, dove l’assenza di torrenti o acque superficiali è viva testimonianza di come il fenomeno delle marmitte dei giganti sia riconducibile alla sola attività dei ghiacci di circa 15.000 anni fa. Una delle più grandi e spettacolari, profonda oltre 3,50 m è stata riscoperta nel 2009 grazie al lavoro di molti volontari della zona, che annualmente si impegnano nella ricerca e nella ripulitura di queste affascinanti lavorazioni nella roccia.

La geologia della conca di Franscia

Schema di formazione.

La conca di Franscia e le montagne che la circondano è costituita in massima parte da una stessa roccia: la Serpentinite o Serpentina. Si tratta di una roccia metamorfica, cioè derivata dalla trasformazione di un’altra roccia, la peridotite, di origine profonda, proveniente dal mantello terrestre, molto prima della formazione delle Alpi. Con la formazione della catena alpina, decine di milioni di anni fa, la collisione dei margini continentali (africano ed europeo) ha inframezzato e incorporato nella struttura delle Alpi un grosso frammento del mantello. Durante queste fasi la peridotite del mantello si è trasformata (metamorfismo) nella serpentinite della Valmalenco. E' una roccia di colore verde, i minerali che la compongono sono fortemente orientati (si può suddividere in lastre sottili). La presenza di ossidi di ferro produce sovente delle alterazioni superficiali, ricoprendo la roccia di un tipico color rosso ruggine.

Il sentiero

Il sentiero si sviluppa ad anello, da Franscia (1490 m) risale il torrente Cormor in sponda destra idrografica. In più punti è possibile deviare direttamente nell'alveo per osservare le diverse forme rocciose arrotondate e levigate dai millenari di modellazione geologica. Si tratta di forme di ogni forgia e dimensione tra cui alcune "marmitte dei giganti" ossia erosioni perfettamente cilindriche create dal mulinare vorticoso dei detriti con l'acqua di fusione dei ghiacciai. Ben visibile un'unica opera idraulica utilizzata per la misura delle portate prima della costruzione degli impianti idroelettrici degli anni '50 del secolo scorso. Il sentiero attraversa tratti di pascolo rado e bosco di abeti rossi, con un'alternanza di muschi, sottobosco e pietre di grande fascino. Il suono delle numerose piccole cascate d'acqua è sempre presente; l'ossigenazione continua fa si che il torrente sia ricco di vita: la trota fario è spesso visibile mentre nuota controcorrente. A quota 1550 m si attraversa il torrente presso una curiosa cavità che costituisce lo sbocco più basso del percorso di speleocanyoning del Cormor, che si sviluppa per buona parte nel sottosuolo, sepolto da un'antica paleo frana. La risalita per sponda sinistra avviene tra sorgenti, tappeti di muschio e una singolare zona umida nei pressi della località Fang, dove in breve ci si ricollega all'abitato di Franscia.