La Valmalenco raccontata dalle giovani generazioni
Se dovessimo misurare il successo
degli eventi culturali realizzati sul territorio in base all’andamento
meterologico, probabilmente più della metà di questi sarebbe da bollare come
fallimentare. Fortunatamente, chi promuove cultura, sa che altri sono i valori
con i quali si misura la buona riuscita o meno di un evento. Quando a
promuovere la cultura è poi un ecomuseo, allora tali valori vanno ben al di là
dei termini numerici con i quali si conteggia febbrilmente “il numero dei
visitatori”. E la Valmalenco, che è un Ecomuseo, in occasione delle Giornate di
Primavera, promosse dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) lo scorso 23 e 24
marzo proprio in valle, ha dato prova di saper valorizzare il proprio
patrimonio culturale, dispiegando una tale quantità e qualità di risorse umane,
che avrebbe potuto dirsi inaspettata solo da chi non crede nelle potenzialità
della gente che ci vive.
Dire che duecento sono stati i
volontari coinvolti nell’attività di divulgazione della cultura del territorio
tramite le visite guidate, basterebbe di per sé a credere che in Valmalenco
quando si lavora, lo si fa seriamente. Ma ciò non è sufficiente per dar conto
della fisionomia di quei volontari, tutt’altro che improvvisati, che si sono
spesi non per “la buona immagine della Valmalenco”, ma per far vedere
concretamente “che cos’è la Valmalenco”. Più di centocinquanta di questi
volontari sono i giovani della valle, studenti dai 9 ai 18 anni, guidati
con pazienza e professionalità da alcuni loro insegnanti, che si sono cimentati a
studiare fatti, aspetti, curiosità, personaggi illustri della loro terra, per
restituire ai visitatori il patrimonio culturale della valle di cui loro, i
giovani, hanno dimostrato di essere degni depositari, in qualità di futuri
cittadini della Valmalenco. Questi ragazzi infatti, hanno fatto molto di più
che “studiare a memoria” i contenuti riguardanti questo o quell’argomento,
quella contrada o quella chiesa: nel condurre i visitatori da un luogo
all’altro, si sono appropriati della materia, si sono a loro volta incuriositi,
hanno espresso considerazioni ed impressioni con la freschezza e la spontaneità
che caratterizza i loro anni, lasciando letteralmente stupefatti gli
ascoltatori, molti dei quali, grazie a loro, hanno constatato quanto ancora ci
sia da scoprire in Valmalenco...
In questa significativa occasione
di portare alla luce il proprio patrimonio culturale, la Valmalenco si è
avvalsa inoltre di un nutrito gruppo di esperti che, ciascuno per il proprio
ambito di competenza, ha indubbiamente conferito valore aggiunto alle tematiche
in programma, fornendo quegli approfondimenti, quelle novità nel campo degli
studi, quelle contestualizzazioni storico-artistiche che solo l’occhio allenato
dello studioso sa evidenziare, conferendo ancor più significato ad un
patrimonio notevole, sebbene spesso poco apprezzato.
All’encomiabile fatica dei
ragazzi e dei loro insegnanti e al prezioso apporto degli esperti, si affianca
poi l’instancabile macchina organizzativa di tutti quei volontari (Protezione
Civile, associazioni locali, responsabili delle biblioteche e del Servizio
Cultura, i parroci) che hanno supportato concretamente le Giornate di Primavera
del FAI.
Insomma, una popolazione intera
che si mobilita per il proprio territorio, non è proprio cosa da passare
inosservata. E chi è venuto a vistare i luoghi della valle in quei giorni, ha
colto anche questo. La qualità si è vista infatti anche nei visitatori. Chi si
aspettava frotte di turisti pronti a fagocitare pacchetti “vacanza cultura
gastronomia e di tutto un po’”, forse non ha colto il senso più vero di ogni
inziativa che sta dietro al Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), che è quello
di valorizzare le peculiarità storiche e ambientali di un territorio,
producendo cultura di qualità. Chi è venuto a visitare i luoghi valorizzati dal
FAI in Valmalenco nelle scorse Giornate di Primavera, lo ha fatto con lo
specifico obiettivo di conoscere e di arricchirsi di cultura. Molti visitatori
sono stati proprio gli abitanti della valle i quali, a fine giornata, si sono
detti sorpresi, entusiasti di fronte a un patrimonio tanto ricco che non si
erano mai o quasi accorti di avere sotto gli occhi, ogni giorno.
Questo è il vero successo
dell’iniziativa: valorizzare il territorio per la gente che ci vive,
soprattutto per i giovani che lo custodiranno in futuro.