Gli organi Ligari Caratteristiche, contesto ed evoluzione storica Il contributo vuole essere uno studio riguardante i due organi costruiti da Pietro Ligari (1686-1752), pittore e artista valtellinese. Il più antico di questi strumenti era un piccolo organo di tipo positivo-processionale di sei registri, ultimato entro il 1725, l’altro invece era un organo fisso di diciassette registri realizzato tra il 1727 e il 1737 circa.
Era già noto che uno di questi due strumenti fosse stato venduto nel 1754 al santuario della Madonna delle Grazie di Primolo. Attualmente nel santuario è presente un organo nella cantoria posta sopra il portone d’ingresso ed è stato asserito che l’organo in questione fosse il più grande tra quelli costruiti da Pietro. Tuttavia, anche sulla base dei più recenti studi tecnici effettuati sullo strumento, era legittimo avanzare dei dubbi su questa interpretazione: si è reso dunque necessario riaprire la questione circa l’effettiva attribuzione dello strumento. Del resto, uno studio sugli organi Ligari si è rivelato di particolare interesse perché nell’organo di Primolo, allo stato attuale, si trova un’innovazione tecnica singolare nella costruzione del somiere che permette di ovviare al problema degli strasuoni, cioè degli sfoghi dell’aria in eccesso che si possono verificare quando l’organo non suona. Tale innovazione non è isolata: ritorna in diversi organi realizzati da G. B. Ettori, organaro che operò in Valtellina tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Ci si è quindi interrogati anche sull’attribuzione di questo particolare espediente costruttivo.
Nello specifico, si è operata una ricerca storico-archivistica per cercare di ricostruire in primo luogo le caratteristiche e la ‘storia’ degli organi Ligari. In secondo luogo si sono ripercorse le vicende che hanno riguardato lo strumento del santuario di Primolo alla luce di quanto emerso. In merito, anche grazie al confronto con altri strumenti coevi, si sono potuti ricostruire, pur con qualche dubbio, alcuni aspetti tecnici degli strumenti ligariani tra cui la disposizione fonica. Contestualmente, oltre a rinvenire una corrispondenza inedita tra i Ligari e i celebri organari Serassi, si è scoperto che a Primolo non fu venduto l’organo maggiore di Pietro Ligari bensì il piccolo strumento positivo-processionale. Ciò ha consentito una revisione completa della storia dello strumento del santuario.
Esso, infatti, è stato più volte rimaneggiato: tra Settecento e Ottocento a Primolo potrebbero aver lavorato F. Brevi e lo stesso G. B. Ettori che potrebbe aver impiantato anche qui il somiere con la particolare innovazione tecnica. Pare invece da escludere un intervento di Giuseppe II Serassi, cui è attribuibile un’incisione all’interno di una canna, mentre è certo quello di G. Alchisio che ha interessato anche la manticeria. Nel 1946 lo strumento fu notevolmente modificato in chiave ‘liturgica’ da E. Gandini assumendo di fatto le caratteristiche attuali mentre un ultimo lavoro di pulizia è stato eseguito dai Piccinelli nel 1969.
Data la notevole quantità di interventi effettuati, è legittimo chiedersi se si sia conservato qualche elemento riconducibile all’antico strumento del Ligari. Se nelle meccaniche, nei somieri e nella manticeria ciò pare da escludersi, è invece possibile che nel materiale fonico siano rimasti alcuni, forse pochi, elementi antichi. In vista di un possibile (e ormai necessario) restauro dello strumento, occorre quindi interrogarsi circa i criteri da seguire. Nell’individuarli, pertanto si dovrà stabilire quale strumento ricostruire: quello settecentesco oppure quello ‘riformato’ da Gandini?