Il sentiero glaciologico Luigi Marson nasce nel 1996 da un’iniziativa del Servizio Glaciologico Lombardo (SGL) per avvicinare il grande pubblico agli ambienti glaciali del gruppo del Bernina, unico “quattromila” delle Alpi Centrali.
Il sentiero permette di introdurre con consapevolezza escursionisti, visitatori e turisti alle peculiarità dell’ambiente glaciale. In occasione del suo ventesimo anniversario, alla luce delle profonde modificazioni dei luoghi dovute al ritiro glaciale,
il sentiero è stato aggiornato e arricchito ed ora è costituito da tre percorsi, che partono dal rifugio Bignami.
Situazione dei ghiacciai nel 1975
Le prime descrizioni glaciologiche del versante lombardo risalgono al 1899, per mano proprio di Luigi Marson, professore al Regio Istituto Tecnico di Sondrio e membro della Società Geografica Italiana.
Da esse si ricava che il ghiacciaio aveva già abbandonato il piano di Alpe Gera e la lingua si attestava a circa 2300 m di quota.
Da allora il ritiro è stato pressoché costante: la separazione delle due lingue, orientale ed occidentale, avvenne negli anni Trenta del secolo scorso, e si è verificato un solo periodo di controtendenza tra il 1977 ed il 1985, con una fase di
stazionarietà e di avanzata delle fronti di qualche decina di metri.
A partire dagli anni Novanta del Novecento si assiste ad una spettacolare e rapida riduzione glaciale ed a importanti modificazioni morfologiche.
La fronte ovest ad inizio anni 2000 ha subìto la completa fusione della seraccata che scendeva a quota 2500 m, lasciando il posto ad un laghetto, ed ora si è posizionata a quota 2750 m circa.
La fronte est nel 2006 perde continuità con la parte superiore del ghiacciaio, in corrispondenza del grande salto roccioso a 2900 m circa di quota. La parte inferiore, alimentata quindi dal solo crollo del ghiaccio soprastante, inizia una notevole
involuzione con l’assottigliamento progressivo della lingua glaciale e la comparsa di laghetti alla fronte, che nel 2015 si sono uniti in un solo grande lago di contatto glaciale.