Vita da magnàn

Bottega di stagnini di Lanzada a St. Moritz negli anni 1915-1920.

Messi in spalla gli attrezzi del mestiere, molti uomini dopo l’autunno, lasciavano il paese e percorrevano a piedi la Valtellina per esercitare sulle piazze il lavoro dello stagnino. Molto presto si spinsero anche fuori provincia, raggiungendo le valli bresciane e bergamasche. Molteplici sono le testimonianze dell’emigrazione dei parolari di Lanzada in Valcamonica, in Val Brembana, in Val Seriana, in Val di Scalve e in Val d’Ossola.

Numerosi furono anche quelli che presero residenza stabile presso il paese dove si recavano più spesso, continuando ad esercitare la professione e investendo talvolta anche in altri settori economici.

Facevano ritorno solo occasionalmente e durante le festività dei Morti, a Natale e a Pasqua e poi definitivamente, a Pasqua inoltrata.

La vita quotidiana del magnàn, con le sue peregrinazioni da un posto all’altro, la sosta nelle osterie, il riposo nei fienili, gli aneddoti, i sistemi di lavorazione, il dosaggio dei metalli, rappresentava un mondo singolare con un proprio codice d’onore e un grande senso di solidarietà. La professione di stagnino ambulante, anche se espressione di una realtà marginale, era però vissuta con la compostezza e la dignità tipica della gente di montagna.

In questo mondo legato all’esercizio della professione di magnàn nasce il calmùn, ossia il gergo che serviva ai parolari per comunicare tra loro senza farsi capire dagli estranei. Esso aveva principalmente una funzione di difesa ma creava anche una sorta di solidarietà all’interno del gruppo.

Riferimenti bibliografici

  • Addio all’ultimo magnano di Lanzada, in “Voce della Comunità di Lanzada … cose di casa nostra”, n. 61 (1998)
  • Picceni Simon Pietro - Bergomi Giuseppe - Masa Annibale, Inventario dei toponimi valtellinesi e valchiavennaschi. 21 Territorio comunale di Lanzada, Società Storica Valtellinese, Villa di Tirano 1994
  • Salvadeo Mario – Picceni Simon Pietro, Parlàa Calmùn. Storia e gergo dei magnani di Lanzada, Sondrio 1998