Il Sacro Cuore al Monte Motta

di Simona Gusmeroli

Il voto

Candida a fianco della statua del Sacro Cuore.

La posa della statua del Sacro Cuore al Monte Motta trae le sue origini nel lontano 1959.

E’ in quell’anno che i fratelli Vetti (Secondo, Costantino e Fiorentina) di Ganda (Lanzada) decidono di dimostrare la loro riconoscenza al Signore per una grazia ricevuta.

La madre Candida è gravemente malata ed il figlio Secondo esprime un voto: se un sacerdote fosse arrivato in tempo per poter dare alla madre morente il Sacramento dell’estrema unzione avrebbe dimostrato in qualche modo la propria gratitudine al Signore.

Così avvenne.

La madre oltre a ricevere il SS. Sacramento, guarisce e vive in salute ancora per molti anni e per far fede al proprio voto i tre fratelli decidono di erigere una statua del Sacro Cuore di Gesù.

La posa della statua

Celebrazione della prima messa al Sacro Cuore.

La scelta della posizione più adatta cade sul Monte Motta (2335 m), baricentro della Valmalenco da dove si può avere una visuale completa di tutta la Valle.

L’iniziativa coinvolge amici e conoscenti dei fratelli Vetti e numerosi sono i volontari che si prestano al trasporto ed alla sistemazione della statua.
In effetti in quel periodo portare una statua di bronzo delle dimensioni di una persona fin lassù non è di certo impresa da poco; gli impianti sciistici che attualmente raggiungono la cima non sono ancora presenti e l’unica strada carrozzabile arriva solamente fino a S. Giuseppe raggiunta con un camioncino.

Da qui il gruppo procede con un apposito carretto trainato a mano fino all’alpeggio dei Barchi (1600 mt.) per poi proseguire con la statua in spalla attraverso il lago Palù e poi più su fino alla cima.

Oltre alla statua bisogna pensare che si è dovuto portare in vetta anche il materiale necessario per erigere il monumento dove posizionare la statua stessa. Finalmente il 26 luglio 1959 tutto è pronto.

Don Luigi Morcelli, allora parroco di Lanzada, benedice e celebra, alla presenza di numerosi fedeli della valle, la 1° Santa Messa ai piedi della statua del Sacro Cuore.

A testimonianza dell’evento i familiari custodiscono copia di un “taccuino” firmato e commentato dai partecipanti, l’originale è tutt’ora inserito nel basamento.

Sul supporto in pietra, nel lato rivolto verso Lanzada, è posizionata una targa in bronzo recante la seguente semplice preghiera:

Sacro cuore di Gesù, dalla cima di questo monte gli abitanti della valle benedici tu.
Questa valle da frane, valanghe ed alluvioni proteggi tu.
Benedici e proteggi il pellegrino che per adorarti arriva fin quassù.
Benedici il mandriano che pascola su questi monti il suo bestiame da vicino e da lontano.
Benedici il contadino che con la sua fatica al tuo cuore è sempre vicino.
Benedici il boscaiolo, il cavatore, il minatore, benedici l'alpinista e lo sciatore.
Sii tu la salvezza del moribondo ed il sollievo dell'infermo.
O Sacro Cuore, benedici e proteggi chi in questa valle nasce e chi muore.
Preghiera del Sacro Cuore.

La tradizione continua

Celebrazione annuale della ricorrenza.

Da allora tutti gli anni, l’ultima domenica di luglio viene celebrata un S. Messa in vetta ai piedi della statua.

L’unico anno in cui non si è saliti ad evocare l’evento è stato nel 1987 (anno dell’alluvione in Valtellina); coincidenza vuole che un fulmine colpisce il basamento della statua e la fa cadere, fortunatamente non sul precipizio ai suoi piedi, rivolto sopra Cima Sassa, ma sul versante interno della montagna.

In questo frangente è stato rinvenuto un “taccuino” con le firme dei partecipanti alla celebrazione della prima S.Messa inserito all'interno del basamento e poi qui nuovamente riposizionato con la costruzione del nuovo supporto della statua

Nel 2009 è stata organizzata una grande festa per la ricorrenza dei 50 anni di collocazione della statua.
Il rito è stato presieduto da mons. Giuliano Zanotta, Vicario generale della diocesi di Como, accompagnato dall'allora parroco di Lanzada don Renato Lanzetti e dai missionari lanzadesi don Lindo Rossi e padre Luigi Sertore.

Sono state molto numerose le persone salite in quota per commemorare l’evento e tra le tante autorità presenti c'era il prefetto di Sondrio in carica in quel periodo, Chiara Marolla, i vari sindaci della valle ed i rappresentanti delle varie associazioni militari, sportive e di volontariato operative in zona.