Chiesa della Beata Vergine Immacolata di Moizi

Rappresenta uno dei più significativi edifici religiosi dal punto di vista artistico e architettonico della Valmalenco. Fu edificata nel 1710 per volere dei frazionisti, probabilmente sulla spinta della edificazione di tante altre chiese di contrada che sorsero tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700 in tutta la valle. L’anno precedente tutte le famiglie della contrada di Moizi avevano indetto una sottoscrizione raccogliendo la considerevole cifra di 1642 Lire imperiali.

La chiesa fu edificata su disegno del capomastro Pietro Baroggio, un nome piuttosto conosciuto nella Valtellina dell’epoca, proveniente da Valmaggia in Ticino, fu lo stesso che progettò la chiesa di S. Anna a Torre S. Maria, la chiesa di S. Rocco a Sondrio e lavorò anche al Santuario di Primolo.

La facciata è molto semplice, ha tuttavia un bellissimo portale barocco con un cappello adorno di girali e un medaglione con scolpita l’iniziale di Maria. Questo bel portale fu eseguito nel 1740 da Giacomo Filippino, un valente mastro scalpellino, proveniente anch’esso da Valmaggia, autore inoltre del bel portale del Santuario della Madonna di Primolo. I battenti in legno di noce riportano dieci riquadri ad intaglio.

Il piccolo campanile fu realizzato nel 1721 e nell’anno seguente fu fatta fondere una campana da un mastro campanario del lago di Como. La torre campanaria ha alla sommità una banderuola metallica e una scritta traforata: AM FF-1750 (Andrea o Antonio Moizi – Fece Fare nell’anno 1750).

L’interno della chiesa è a pianta quasi quadrata. Il pavimento è in pietra locale, fu collocato nel 1729, ed è l’unico ancora originale, rimasto tale nelle chiese di Lanzada.

L’opera più pregevole e importante di questa chiesa è senza dubbio l’altare con la bellissima statua raffigurante la Madonna Immacolata con le mani giunte in preghiera, collocata in una nicchia al centro. L’ancona, in legno dipinto e dorato, è opera dello scultore veneto Giovan Battista Zotti che la realizzò nel 1711 e che fu retribuito per il suo lavoro con 67 Lire. Artista molto noto nella Valtellina dei primi del ‘700, Zotti si era stabilito a Sondrio. E’ noto per aver scolpito la statua incoronata della Madonna di Primolo, quella collocata sull’altare maggiore, ma anche per aver scolpito altre belle statue di Madonne: oltre a quella di Moizi, la Madonna della chiesa di Ponchiera sopra Sondrio, quella della parrocchiale di Buglio e della parrocchiale di Castione Andevenno. La statua della chiesa di Moizi è realizzata in legno di noce dorato e policromato, in cui prevalgono tinte accese come il blu e il verde, unite alla doratura. La statua è notevole per la preziosità dei materiali e per la cura dei tratti.

Sulla volta della chiesa è affrescato un medaglione ovale con la raffigurazione dell’Assunta tra angeli.

Sulla parete di Sud è raffigurata l’Adorazione di Gesù Bambino da parte dei pastori, mentre su quella di fronte è visibile l’Incontro tra S. Elisabetta e la Vergine. Ambedue queste scene hanno ai lati due angeli in volo. Si tratta di affreschi eseguiti verso la fine del ‘700 o nei primi decenni del secolo successivo e sono attribuiti a due pittori, Giuseppe di Lugano e un Pedrazzini di Sondrio. In realtà le pareti della chiesa erano state precedentemente affrescate nel 1753 dal pittore Raffaele Angelo Suari di Balerna, del Canton Ticino. Quando nel 1782 la chiesa fu allungata, gli affreschi vennero purtroppo cancellati e le pareti furono ridipinte.

Nell’angolo a sinistra, prima del presbiterio, vi è un confessionale col pulpito sovrapposto in legno laccato di verde scuro a fregi dorati, e un baldacchino sovrastante il pulpito, sul quale è dipinta l’Immagine di S. Giovanni Battista nell’atto di predicare. Quest’opera, frutto di una mano molto esperta e raffinata, pur non essendo ancora stata attribuita, si direbbe realizzata, a detta degli studiosi, quasi sicuramente da qualche artigiano emigrato in Valmalenco dalla Repubblica di Venezia.

Sulla volta del presbiterio vi è un medaglione ad affresco raffigurante Cristo in croce con angeli, realizzato sicuramente dallo stesso pittore che realizzò gli altri medaglioni.

Sulle pareti laterali sono affrescate la rappresentazione di Ester al cospetto di re Assuero e Mosè salvato dalle acque. Queste opere, anch’esse databili tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 sono attribuite al pittore Pietro Romegialli di Morbegno e furono commissionate dall’abate Antonio Giacinto Lavizzari, nobile ecclesiastico di Sondrio che, durante la seconda metà del ‘700, destinò numerosi lasciti in favore delle chiese della Valmalenco, in particolare al Santuario di Primolo.

Riferimenti bibliografici

  • Bormetti Francesca – Masa Saveria, Il santuario della Madonna delle Grazie di Primolo, Bettini, Sondrio, 2007
  • Masa Saveria, Fra curati cattolici e ministri riformati. Nicolò Rusca e il rinnovamento tridentino in Valmalenco, Sondrio, Credito Valtellinese, 2011
  • Gianasso Mario (a cura di), Guida turistica della provincia di Sondrio, II edizione, Sondrio, Banca Popolare di Sondrio, 2000